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Colleziono momenti. Osservo oltre le apparenze. Le mie passioni sono il cinema, le serie tv, la musica,la fotografie e leggere. Ho una "piccola" ossessione per i tatuaggi,le citazioni e il cielo. Vivo per due ottimi motivi: viaggiare e trovare il mio amore. Qui troverete tutto quello che mi ha colpito, tutti i miei pensieri, le mie emozioni, le cose che ho visto e quelle che mi invento.

martedì 20 maggio 2014

Credevo di essere flessibile..

Su certi argomenti, come per esempio le libertà che possono prendersi le donne.. impegnate, diciamo così.
Ho sempre pensato che ogni donna avesse il diritto di parlare con chi vuole, maschi o femmine che siano, in qualunque momento (e mi sto riferendo a donne solo perchè è questo l'esempio che mi sono trovata davanti, ma potrebbero benissimo essere anche uomini..).
E invece adesso, ora che ho visto mia zia parlare in chat con persone, uomini, che non conosce... insomma si, lo devo ammettere, mi ha molto infastidito. Anzi disgustato.
Spiego bene: mia zia gioca sempre a quizduello, è una patita.. E ha cominciato quindi a giocare sempre con le stesse persone. Fin qui tutto bene, finchè non ha cominciato a privilegiare gli uomini... che la fanno ridere!
Questo discorso mi è suonato sinceramente strano, così ho cominciato a rifletterci.
Se una donna, sposata con un uomo meraviglioso (credetemi, io ci ho vissuto per quasi un anno, ed è una persona meravigliosa!), con due bambine piccole e bellissime, che non fanno mai nulla se non abbracciare la loro mamma, portarle disegni e canzoncine. Perchè ha bisogno di un uomo in chat che la faccia ridere?
Qualcosa non va nella sua vita.
Magari nel lavoro.
Di certo però, quando ho letto le conversazioni (si ok, magari sono stata una pessima nipote a spiare nel suo telefonino, ma ero sinceramente stupita),sono rimasta davvero davvero disgustata, nel capire il motivo per cui ridacchiava tutte le volte che giocava.
Nessuna accusa assolutamente: lei e questo tizio non si sono mai visti, ma chiacchierano, come se entrambi avessero bisogno della presenza dell'altro. Questo mi porta a pensare che la vita, prima di cercare quella conversazione quotidiana, quasi assidua, non andava bene, per niente.
Ma mi sono anche stupita di me stessa, per aver provato disgusto nel leggere quei messaggi.
Credevo appunto di essere una di quelle persone che appoggiava questo tipo di libertà (ossia la non esclusività: credevo che in un matrimonio marito e moglie avessero entrambi diritto a degli svaghi, dell' "altro").
Evidentemente non sono così flessibile come credevo, perchè questa cosa non mi è piaciuta per niente.
L'ho guardata in faccia e per un momento avrei voluto urlarle: "perchè fai questo a lui? Ti senti superiore solo perchè qualcuno cerca la tua attenzione? Mi fai schifo".
Giuro, volevo davvero dirglielo. Ma mi sono sentita tanto cattiva, perchè in fondo io non posso sapere, pur conoscendola bene, quali siano le motivazioni che l'hanno spinta a cercare altro da quello che già aveva, quindi non volevo giudicarla, almeno non a voce.
Ma questo avvenimento mi ha pesato molto, ho passato tutto il giorno a pensarci.
E a pensare a come mi sentivo io al riguardo.
Non sono affatto flessibile su questo, adesso l'ho capito: se una persona si mette a chiacchierare con altre persone su internet, vuol dire che qualcosa l'ha spinta a farlo, vuol dire che le relazioni di amicizia o amore che ha nella sua vita reale non la soddisfano. Ma allora, prima di compromettere tutto quanto, non è meglio cercare di risolvere quello che sentiamo che non funziona nelle nostre vite, prima di rifugiarci subito nella prima persona (dell'altro sesso in questo caso), pronta a tirarci su col morale, raccontando barzellette e battute equivoche?
Non credo di essere in grado di tollerare una persona che fa questo. Risolvi i tuoi casini prima di farne altri.
E non dico che la mia visione sia quella giusta, anzi, magari sto sbagliando proprio tutto.
Ma mia zia da oggi ha perso tanti, tanti punti.

D.

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